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Captain Tsubasa: Rise of a New Champions - Recensione - Trama

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Benji si allena parando i rigori

C’è una cosa che ho capito crescendo su Captain Tsubasa è che chi scrisse la sigla cantata da “Paolo” aveva visto solo i primi episodi, perché poi Benji (Wakabayashi Genzo) sparisce dalle scene per praticamente più di metà dell’anime. Ma perché quest’altro rivangare nella storia? Perché Captain Tsubasa: Rise of a New Champions dal punto di vista del game-play richiama molto i primi giochi dedicati al giocatore più forte di sempre, soprattutto quello per Playstation 1. Se cercate un simulatore di calcio, potete passare ovviamente altrove. Questo gioco è un puro arcade, senza tecnica se non quella di dover premere il tasto giusto al momento giusto. Con la leva analogica sinistra ci muoveremo, con il tasto quadrato tireremo, con il tasto x passeremo la palla e con il cerchio faremo un cross/pallonetto e con il triangolo un filtrante. Più terremo premuto il tasto, più la nostra azione sarà potente. Per scartare gli avversari ci basterà premere in tempismo il tasto R1, altrimenti subiremo una forte spallata che manderà gambe all'aria il nostro giocatore lasciandolo a terra inutilizzabile per qualche secondo, come nell'anime infatti, sarà difficile vedere un giocatore punito anche se commette tremila falli, un po' come Taro/Mark Lenders. Più azioni corrette metteremo in fila, più caricheremo una barra secondaria che una volta piena ci permetterà di attivare la Zona V, che renderà le nostre azioni molto più efficaci. Soprattutto mentre svolgeremo la storia di Tsubasa, ci imbatteremo in molte scene scriptate che il più delle volte si trasformeranno in un malus per il giocatore. Ho trovato frustrante lo scontro con i “Gemelli Derrik” e la loro “Catapulta infernale”, perché ad ogni da parte loro era praticamente un goal fatto. L’intelligenza artificiale del gioco purtroppo non è il massimo. Se decidiamo di fare un passaggio lungo, ad esempio, il gioco determinerà prima a chi dovrebbe finire il lancio. Tuttavia se per un motivo qualsiasi la palla va lunga, il giocatore designato correrà a vuoto mentre gli altri, anche se più vicini, non interverranno per recuperarla. Se a questo ci aggiungerete che fino al completamento del passaggio non ci sarà possibile cambiare il giocatore (tasti L1), questo diventerà alla lunga parecchio fastidioso, dato l’alto numero di palle perse. Effettuare i tiri speciali inoltre è molto più facile per l’IA che per noi. Capiterà tantissimo di essere al limite del caricamento della barra di potenza e di dimenticarci di mollare il tasto del tiro e venire inevitabilmente investiti dai difensori con la sicura perdita della palla.

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